Il Feudalesimo.
Il Feudalesimo Introduzione Clodoveo I Re "Fannulloni" e I Pipinidi Franchi, Papato e Longobardi Carlo Magno STORIA MEDIEVALE - IL FEUDALESIMOIL FEUDALESIMOSi dice feudalesimo l'ordinamento sociale e amministrativo riscontrabile in tutta l'Europa occidentale a partire dall'VIII secolo circa. Il feudalesimo rimase in vigore per tutto il Medioevo e nei primi tre secoli dell'Età Moderna, anche se in forme diverse. Questo ordinamento, che ridimensionò la vita cittadina e gli scambi commerciali a vantaggio della grande proprietà terriera, nacque larvatamente già durante la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente, si sviluppò nella prima metà dell'VIII secolo al tempo di Carlo Martello ed ebbe la sua definitiva affermazione con il regno di Carlo Magno. Sull'origine del feudalesimo, le opinioni degli storici sono state e sono ancora molto divergenti; la tesi oggi più accreditata è quella che riscontra in questo ordinamento la presenza di elementi romani e di elementi barbarici, senza dare la preminenza a nessuno di essi. Il feudalesimo ebbe la sua origine tra i Franchi ma si diffuse rapidamente in gran parte dei Paesi europei. Nel suo periodo di massimo sviluppo il sistema feudale penetrò nelle società di tutta l'Europa: fu particolarmente presente in Polonia, nei Paesi baltici, in Ungheria, in Inghilterra, in Spagna e in Italia. Nell'XI secolo, con le Crociate, il feudalesimo fu introdotto anche in oriente. Ma la culla del sistema feudale rimaneva comunque la Francia, dove i grandi signori, che già beneficiavano delle maggiori cariche pubbliche, pretesero e gradatamente ottennero una lunga serie di privilegi. Nell'877, con il Capitolare di Kiersy, il sovrano carolingio Carlo il Calvo riconobbe esplicitamente ai grandi feudatari il diritto di trasmettere ai figli il feudo in eredità. Questo scosse il sistema feudale alle fondamenta: infatti in passato il beneficio non prevedeva il passaggio di proprietà del terreno ma solamente l'usufrutto. Con l'ereditarietà del feudo i grandi signori divennero i veri e propri proprietari dei vasti possedimenti concessi loro dal sovrano. L'ereditarietà del beneficio, concessa con il Capitolare di Kiersy ai grandi signori, venne ben presto estesa anche ai feudi minori (1037). Erano designati col nome di feudi maggiori quelli ottenuti per investitura sovrana, mentre minori erano chiamati quelli non concessi dal re o dall'imperatore, ma derivanti dal frazionamento della proprietà di un singolo signore. Questo riconoscimento rafforzava in modo definitivo la potenza dei grandi feudatari nei confronti dell'autorità del sovrano, che s'indebolì sensibilmente. La crisi del potere centrale era tale che nell'887, dopo la deposizione dell'ultimo sovrano carolingio, iniziò un periodo di anarchia feudale che avrebbe caratterizzato le vicende dell'Europa occidentale sino alla metà del X secolo.Ricostruzione delle principali fasi di evoluzione di un castello Volo virtuale attorno al castello di Charmes IL FEUDALESIMO IN ITALIACarlo Magno, dopo le ultime rivolte dei duchi longobardi, creò nei territori italiani numerosi feudi vassallatici regi, retti da persone di sua fiducia. Questa iniziativa, che aveva come unico scopo quello di prevenire eventuali rivolte, fu ripresa ed attuata su altri territori già in possesso dei Longobardi. Verso la fine dell'VIII secolo si era definitivamente creata in Italia una gerarchia feudale che vedeva al gradino più alto i possessori di cariche pubbliche e a quelli più bassi gli addetti ai servizi domestici della corte. Ma lo sviluppo del feudalesimo non fu un processo omogeneo su tutto il territorio italiano: mentre infatti le regioni centro-settentrionali seguirono il modello francese, il Mezzogiorno non adottò l'ordinamento feudale. Nell'Italia meridionale il feudalesimo fu pressoché assente perché in quelle regioni l'Impero Bizantino fece sempre sentire la propria autorità, non permettendo la nascita di organismi autonomi. Inoltre l'introduzione del feudalesimo era resa problematica dalla presenza di numerose città costiere, che erano dedite ad attività mercantili e commerciali. Il tipo di feudalesimo introdotto in Italia ebbe però caratteristiche differenti da quello francese; la storiografia distingue infatti il feudo longobardo da quello franco. Le differenze fondamentali fra i due ordinamenti erano le seguenti: il feudo longobardo poteva essere venduto alla sola condizione che il compratore si sottoponesse agli stessi obblighi assunti in precedenza dal venditore, mentre quello franco era inalienabile (ovvero non commerciabile); il feudo longobardo inoltre, a differenza di quello franco, era divisibile fra i discendenti maschi del signore ed era trasmissibile anche alle donne. Con il Capitolare di Kiersy, i feudatari francesi acquisirono il diritto di trasmettere il beneficio al primogenito maschio, ma non ottennero la possibilità di suddividerlo fra la prole. Le disposizioni del Capitolare di Kiersy erano tuttavia limitate ai feudi maggiori; i feudi minori diventarono infatti ereditari solamente nel 1037, grazie alla Constitutio de feudis concessa da Corrado II all'aristocrazia milanese. Nel 920 il sistema feudale cominciò a penetrare gradatamente anche nel sud dell'Italia per opera dei Normanni, che fondarono le prime signorie feudali, dichiarandosi vassalli di duchi longobardi o dell'imperatore. Il feudo introdotto dai Normanni ebbe le stesse forme e regole di quello franco.LA SOCIETÀ FEUDALETra il X e l'XI secolo, il feudalesimo si era ormai diffuso in vaste regioni dell'Europa. Nati come distretti del regno franco (contee e marche di confine), i feudi erano guidati dai conti e marchesi di nomina regia che, teoricamente, agivano come funzionari del sovrano. In cambio di tale servizio e di sostegno militare, il re assegnava loro benefici, cioè territori e talvolta la facoltà di esercitare su di essi diritti regi, come la riscossione delle imposte, di dazi e pedaggi. Con il passare del tempo e con la crisi del potere regio, i feudatari usurparono spesso i diritti goduti dal sovrano e resero ereditari i beni ricevuti temporaneamente (Capitolare di Kiersy) cosicché il feudalesimo, nato come sistema di stretto controllo esercitato dal sovrano sui territori conquistati, venne trasformandosi in strumento di potere dei grandi signori e di crisi della monarchia. A sua volta, il feudatario stringeva a sé, con vincoli di dipendenza personale, i membri dell'aristocrazia minore (vassalli, valvassori, valvassini) per cui la società feudale si trovò ingabbiata in una struttura gerarchica piramidale al cui vertice si situava formalmente il sovrano. Alla base stava invece la massa della popolazione dedita all'agricoltura, divisa in liberi coloni (che coltivavano appezzamenti propri), affittuari del signore e servi della gleba. Economicamente il feudo, come già la signoria rurale dell'età tardo romana, era un'entità che tendeva all'autarchia, cioè alla produzione di tutti i beni per il consumo interno. Esso era diviso in una pars dominica (la "parte del signore"), direttamente dipendente dal feudatario che la faceva coltivare da propri servi (ministeriales), e in una pars massaricia, costituita da mansi, appezzamenti affittati ad una famiglia di coloni che pagava il signore con una parte dei frutti della terra e con giornate di lavoro non retribuito (corvês) sui terreni della pars dominica. Al centro di questa sorgevano edifici, come stalle, forni, mulini e la dimora del signore, in cui egli esercitava funzioni di giudice per quanto concerneva la "bassa giustizia" (reati contro il patrimonio, furti ecc.).Visita virtuale all'interno dell'abitazione di un alchimista del Medioevo LA CAVALLERIAUn'istituzione caratteristica del sistema feudale e ad esso connessa è quella della cavalleria, che si sviluppò soprattutto in Francia, dove per legge il feudo era indivisibile e alla morte del feudatario passava interamente nelle mani del primogenito. I fratelli minori si venivano così a trovare in una condizione di inferiorità e di subordinazione: molti di essi cercavano un'affermazione personale nella carriera ecclesiastica, altri invece si dedicavano alla vita militare, mettendosi al servizio di un principe. Il termine cavaliere, che prima era utilizzato per indicare indistintamente un qualsiasi guerriero a cavallo, indicò successivamente solo questa particolare classe di combattenti. Nei secoli IX e X essi si dedicarono ad azioni guerresche sporadiche e sempre al servizio del proprio signore, mentre nell'XI secolo assunsero una caratteristica differente. In quel secolo la Chiesa, per moderare gli abusi e le violenze tipiche dei cavalieri, chiese ed ottenne di vincolare a sé la nuova istituzione, conferendole un significato puramente religioso. I cavalieri divennero così i soldati di Dio, come testimonia il decalogo a loro imposto. Fra le varie norme, riteniamo molto significative le seguenti: "proteggerai la Chiesa; farai guerra ad oltranza agli infedeli; sarai sempre e dovunque il campione del diritto e del bene contro l'ingiustizia e il male; avrai rispetto per tutti i deboli che difenderai dai soprusi dei potenti". La cavalleria, intesa come guida religiosa e militare, si diffuse soprattutto in Occidente ed in particolar modo in Francia e in Germania. Non bisogna dimenticare l'apporto fondamentale offerto dai cavalieri nell'ambito delle Crociate. A questo scopo la Chiesa istituì anche alcuni ordini religiosi cavallereschi, quali i Templari e i Cavalieri di S. Giovanni, che avevano il compito di difendere con le armi la Terra Santa dagli infedeli.Ricostruzione virtuale della vestizione di un cavaliere medievale ARMI DA ASSEDIO MEDIOEVALILargamente praticata nell'antichità, l'arte dell'assedio visse un grande sviluppo durante il Medioevo, le cui tecniche, con poche variazioni, furono applicate fino all'invenzione della polvere da sparo. Molte erano le armi e le macchine belliche usate durante un assedio; in base al loro funzionamento possono essere divise in due gruppi principali: a) le macchine a torsione, che utilizzano per il loro funzionamento l'energia liberata dal rapido svolgimento di una matassa, di solito una corda, come la catapulta o onagro, e la balista. b) le macchine a contrappeso, che utilizzano per il loro funzionamento l'energia prodotta dalla caduta del contrappeso, come il trabucco e il mangano.LA CATAPULTALa catapulta era una macchina da guerra che funzionava come una gigantesca fionda in grado di scagliare dardi, massi o altri tipi di proiettili al di sopra di mura, fossati e ostacoli. Le catapulte di dimensioni maggiori erano montate su una piattaforma di legno; si trattava di armi simili a gigantesche balestre, il cui propulsore veniva caricato tirandolo all'indietro per mezzo di funi ed era trattenuto da un gancio di arresto. Un altro tipo di catapulta sfruttava la torsione di grosse funi per scagliare pesanti massi al di là di mura o di fossati; le funi venivano torte con l'uso di argani. Le catapulte venivano solitamente assemblate sul luogo dell' assedio, e gli eserciti portavano con loro pochi o nessun pezzo di tale macchina, in quanto il legno era solitamente disponibile sul posto. Le prime catapulte apparvero verso la fine dell'era greca e vennero sviluppate maggiormente in epoca romana e nel Medioevo.Simulazione tridimensionale del funzionamento di una catapulta medievale LA BALISTALa balista era un particolare tipo di catapulta in grado di lanciare dardi, giavellotti e grosse pietre sfruttando le forze di torsione di grosse corde. In generale la balista era fatta di legno, con qualche parte costruita o rivestita di metallo; le corde utilizzate come tensori erano ottenute dai tendini di animali. Non permetteva tiri molto precisi. Il suo utilizzo cessò verso l'anno 1000 in seguito agli alti costi necessari per costruirla. Fu inventata dai Greci, fu usata soprattutto dai Romani ed era diffusa in epoca medievale.Simulazione tridimensionale del funzionamento di una balista IL TRABUCCO o TRABOCCOIl trabucco era una macchina d'assedio di grandissime dimensioni. Utilizzato spesso negli assedi, era la più grande arma a tiro indiretto a disposizione degli assedianti. Inventata in Cina tra il V e il III a.C., la macchina giunse in Europa verso il VI sec. d.C.Era costituito da un enorme braccio di legno posto in posizione molto elevata, su di una struttura di sostegno abbastanza grande e robusta da sostenere la tensione a cui la macchina veniva sottoposta durante il suo impiego. Il braccio era montato su un perno orizzontale nel punto in cui incontrava le struttura di sostegno, in maniera tale che un'estremità del braccio, la più sottile, sia più lunga, robusta e pesante dell'altra. A quest'ultima veniva di solito appesa una cassa o un grande cesto, pieno di macigni o di altro materiale abbastanza pesante da fungere da contrappeso. All'altra estremità del braccio vi era un gancio a cui era fissata una specie di grossa fionda, all'interno della quale era posto il proiettile, di solito un grande masso. Questa eccezionale macchina d'assedio era in grado di scagliare pesantissimi macigni fino alla considerevole distanza di 300 metri. Pur essendo l'arma di artiglieria medievale più potente dell'epoca, il suo unico difetto era la scarsità di precisione, compensato però dall'enorme potenziale distruttivo. Simulazione tridimensionale del funzionamento di un trabocco Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. OTTONE IL'importanza della figura di Ottone I, re dei Sassoni, è dovuta alla sua incoronazione a imperatore per opera della Chiesa Romana, nella persona del papa Giovanni XII. L'avvicinamento della Chiesa alla casa di Sassonia, avvenuto ufficialmente nel febbraio del 962, segnò un nuovo periodo della storia europea. Da questo patto di alleanza entrambe le parti contavano di trarre gli elementi per rafforzare il proprio potere: i Sassoni avevano in animo di indebolire l'autonomia dei grandi feudatari mediante uno stretto rapporto con il papato; mentre la Chiesa, constatata l'anarchia in cui stavano cadendo i territori un tempo appartenuti al Sacro Romano Impero, cercava un appoggio temporale in grado di darle maggiori garanzie di stabilità. Tuttavia l'accordo stipulato fra Ottone I e Giovanni XII, il famoso Privilegio Ottoniano, andò tutto a favore del re sassone che, dopo essersi dichiarato difensore del cattolicesimo, si arrogò il diritto di intervenire nella scelta dei pontefici e di influenzarne le scelte politiche. Una volta accortosi di ciò, Giovanni XII ruppe i suoi rapporti con la casa sassone e Ottone I, prontamente, lo depose dalla carica papale. Nel 963 il re dei Sassoni fece eleggere al pontificato un uomo di sua fiducia (il proprio segretario) con il nome di Leone VIII. Ma l'attività politica di Ottone I non si limitò certamente a questo: egli infatti riuscì a restaurare l'organizzazione burocratica del suo regno, trasformandolo in uno dei più potenti Stati europei dell'epoca. Nel 951 a Pavia Ottone I si fece incoronare re d'Italia, approfittando dell'improvvisa morte di Berengario I e delle dispute fra i molti pretendenti. Nel 955 il re sassone sconfisse i Magiari nella battaglia di Lechfeld, contribuendo a liberare non solo la Germania ma tutta l'Europa dalle pericolose scorrerie di quel popolo. L'annessione dell'Ungheria ai territori sassoni portò in breve tempo alla definitiva conversione dei Magiari al cattolicesimo, avvenuta nel 997 per opera del loro re Stefano il Santo. A oriente della Sassonia, Ottone I riuscì a creare nuove marche di confine quali la Carinzia, la Moissen e la Marca Orientale, e a trasformare i vescovati di Magdeburgo (962) e di Praga (972) nei centri più importanti dell'est europeo per la diffusione del cristianesimo. A partire dal 966 Ottone I incominciò a guardare con interesse le terre del Mezzogiorno italiano, giungendo a minacciare la stessa Bari. Nel 972 l'imperatore bizantino Giovanni Zimisce, timoroso della potenza dei Sassoni, offrì sua figlia in sposa ad Ottone II, figlio di Ottone I che, con queste nozze, ribadiva le sue aspirazioni nei riguardi dell'Italia meridionale, senza peraltro che la principessa bizantina, Teofane, avesse effettivamente portato in dote le terre di cui egli desiderava impossessarsi. Prima di concludere questo paragrafo vorremmo far notare che Ottone I fu incoronato per ben tre volte durante la sua vita. Infatti era in possesso della corona germanica, ottenuta ad Aquisgrana nel 936, fu incoronato re d'Italia a Pavia nel 951 e imperatore a Roma nel 962. Dopo la sua morte, tutti i re germanici aspirarono, oltre alla corona germanica, a quella del regno d'Italia e a quella imperiale conferita dal Papa.Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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